ELSA TESTA
L’eredità
Nonna Elsina è stata una sorta insuperabile e un’esperta ricamatrice. Aveva imparato a ricamare da sua madre nonna Erminia, educata alla grazia e alla pazienza anche attraverso l’arte del ricamo, secondo una secolare tradizione.

Nonna Elsina, invece, ricamava per vivere. Lavorava in una piccola realtà e integrava il reddito che ricavava dalla sua attività di sarta con l’attività di ricamo dei corredi.
Impaziente, sbrigativa, permalosa, inspiegabilmente scelse lavori che richiedono caratteristiche opposte, pazienza innanzitutto e poi precisione e umiltà, raggiungendo risultati impareggiabili.
Amava i lavori che si tengono in mano più di quelli che esigono di essere montati a telaio.

Lo sguardo acuto mentre eseguiva un passaggio del lavoro, il tessuto prendeva la forma che doveva prendere, il filo si posava lì dove doveva posarsi, la materia obbediva docile alla sua mano più che abile intelligente.
Nostra madre, Anna, ragioniera, amava invece il telaio sonante. L’ago che penetrava con la punta nella tela tesa a tamburo produceva un suono rapidissimo, simile a un piccolo scoppio; una breve pausa e poi un altro suono altrettanto rapido ma più robusto, quando entrava la cruna; e subito a seguire un altro suono ancora, lungo e frusciante, il filo che scorreva attraverso la tela.
Un ritmo costante, a volte calmo, altre volte serrato, sempre imperturbabile. E mamma sviluppò un gusto tutto suo per il colore, amava i colori luminosi e delicati come le sue bianche braccia.

Noi, sorelle solidali, nel ricamo e in tutto il resto, quarta generazione di ricamatrici, abbiamo dato alla nostra attività di ricamo a mano il nome dell’altra ricamatrice professionista della nostra famiglia, nonna Elsina, Elsa Testa.
“Le persone che lasciano il segno scelgono il ricamo a mano”